In questi giorni, appunto, a Parigi sta diluviando. Per dire, ieri è piovuto ininterrottamente dalle 5 di pomeriggio a dopo mezzanotte. Un lago. E temperature verso i 15°C (sì, lo so che nelle varie regioni d'Italia si schiatta dal caldo, mentre io sono qui con la felpetta in pile). Tutti i vari amici, conoscenti e persino i possibili amanti se ne sono partiti dalla città, approfittando del ponte del 14 luglio e mollandomi qui senza alcun senso di colpa.
Mica tanto male, dopotutto...ho passato tutto il sabato con la baffina sdraiata a fianco, immersa nella lettura dell'ultimo Fred Vargas, "L'armée furieuse" (che in italiano dà una cosa come "L'esercito infuriato"). I libri della Vargas son sempre avvincenti, anche se lei mi sta un po' sui cosiddetti dopo tutta la vicenda di Battisti. Qui ritorna Adamsberg, che avevo lasciato tempo fa (e di cui ricordo il caotico film tratto da "Sotto i venti di Nettuno", con il sempre bellissimo Jean-Hugues Anglade) e che ritrovo con un figlio quasi trentenne (ma non aveva un bimbo piccolo con la Camille?), sperduto in Normandia a caccia di un'antica leggenda medievale di eserciti furiosi e morti trucide & misteriose.
Sarà che un po' i meccanismi della Vargas ormai li conosco, fatto sta che ero sicura dell'identità del colpevole (grazie Jessica) :-)
E ora vado a correre, prima che inizi il diluvio della domenica (per oggi ho tenuto in serbo l'ultimo Wallander, sigh sigh sigh)
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