Sabato scorso ho invitato a cena da me Cip & Ciop. Li ho chiamati mentre io e L'Altro eravamo al supermercato intenti a cercare gli ingredienti per una bella pasta broccoli e acciughe, facile e rapida.
G.: Ciao Cip & Ciop, vi va di venire a mangiare da me stasera?
C&C: Siiiiiiii' che bello!
G.: Venite verso le otto?
C&C: Ok! Ci fai gli gnocchi, vero, schiava???!!
G.: (guarda interdetta L'Altro) Ehmmmm...si'si' va bene, dai, faccio gli gnocchi. I signori desiderano altro?
C&C: Un tiramisu non sarebbe male, schiava.
G.: Come volete. A più tardi.
E cosi' mi son trovata a cucinare convulsamente per due ore. L'Altro ha fatto degli gnocchi veramente impeccabili, al sugo di pomodoro e tonno, e io un tiramisu che era un gioiellino (con i soliti problemi, come i savoiardi che finiscono improvvisamente e L'Altro che deve scendere di corsa dal casolino sotto casa o gli albumi che non montano). Cip & Ciop han mangiato (senza fare il bis, gli ingrati), bevuto , si son fregati un paio di cd e son partiti poco prima che usassi l'arma letale dello spazzolino. Ovvero: se gli ospiti non sono intenzionati a partire, sono le tre di notte e cadi dal sonno, sotto col piano A: comincia a lavarti i denti dicendo "no no, non voglio mica che partiate, per carità", sputacchiando in giro saliva mista a dentifricio. Il piano B, mettere il pigiama e sbadigliare vistosamente, è da applicare solo in situazioni estreme. Con O. ci sarebbe voluto un piano C, che devo ancora mettere a punto, visto che né spazzolino né pigiama sembravano inquietarlo. Per fortuna che, all'epoca (un paio d'anni fa), vivevo con L'Altro, che se ne prendeva cura (e che, a dire il vero, non è da meno di O.), e potevo andare tranquillamente a dormire senza dover fare la brava padrona di casa.
Ancora una serata tranquilla alla clinica, quindi. Per chi non lo sapesse, abito in una specie di clinica: il piano terra ed il primo piano sono occupati dagli ambulatori, e gli altri due piani ospitano una trentina di appartamenti di varie dimensioni che erano, in origine, stanze per i malati (le porte sono larghe per lasciar passare le sedie a rotelle). Passo la quasi totalità delle mie serate in questo ameno scenario degno di Shining o, più verosimilmente, di The Kingdom, tra vicini psicopatici, voci misteriose, gente che urla, lunghissimi corridoi e lampadine che non funzionano. Ma un vantaggio c'è: le finestre degli appartamenti sono enormi, due metri di lunghezza per uno e mezzo di altezza, e la luce quindi è all'ordine del giorno. Due sono le cose che non posso sopportare: gli appartamenti al pianterreno e le stanze buie, quelle in cui persino la mattina devi accendere la luce. E io abito al secondo ed ho sempre luce (beh, a partire dalle nove di mattina, visto che prima è ancora buio pesto). Due punti per la clinica!
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