Riprendo da dove avevo lasciato e cerco di concludere brevemente.
- tre negozi nella rue de Siam: Kerjean, specializzato in prodotti esotici, dove si puo'entrare solo sapendo cosa si cerca (il proprietario non ammette curiosi); Histoires de chocolat, il cui nome dice già tutto (comprate i cofanetti assortiti, non ve ne pentirete); Dialogues, l'unica libreria tra quelle che conosco dotata di divani (particolarmente affollati quelli della sezione fumetti), di una caffetteria/saletta riunioni (li' ho visto Paco Ignacio Taibo II e Marcello Fois, ma attenzione a non incrociare la terribile Nolwenn!) e di ombrelli che si possono prendere gratuitamente in caso di pioggia (logica vuole che debbano essere poi restituiti...hem...).
- la spiaggia del Moulin Blanc, cui si puo'arrivare a piedi dall'incrocio dell'Octroi (rue Jean Jaurès), prendendo, sulla sinistra dopo il Kaléïdoscope, la lunghissima rue St. Marc. La camminata dura una mezzoretta ed è molto piacevole (anche perché tutta in discesa, il bello viene al ritorno). Si fiancheggiano casette gotiche e casermoni popolari, cespugli di rosmarino selvatico, ciliegi e alberi in fiore (a partire da marzo), la casa rosa detta "di Biancaneve", il negozio di parrucchiere "Epi tête" che purtroppo ha chiuso, pasticcerie che, a Pasqua, espongono in vetrina galline imbalsamate. La spiaggia è da evitare la domenica (bambini e cani di ogni dimensione che scorazzano dappertutto) ed è romantica la sera. Il bagno è sconsigliato in ogni stagione.
- il bar Tour du monde, al porto turistico (vicino alla spiaggia). Di proprietà del famoso velista Olivier de Kersauson, domina la rada ed è popolato da lupi di mare e giovani fighetti. Il venerdi' e il sabato sera si balla sui tavoli (beh l'ho fatto pure io, lo ammetto). Buonissime le cozze con patatine fritte (moules frites).
- un altro bar: chez Kim, a Saint Martin (conosciuto anche come L'horizon). Il proprietario cambia nazionalità ogni sera (un giorno dice di essere malese, quello dopo cinese, la sera dopo giapponese e cosi' via) e, quel che è peggio, tortura la sua povera chitarra cantando canzoni francesi con l'accento asiatico ("gaLe au goLi-i-i-i-lle..."). Da notare che abita in Francia da trent'anni. Al porto commerciale consiglio due bar: Les quatre vents, che di solito propone musica niente male, e il Likidambar (per l'arredamento da bar tropicale).
- locali gay: il Village (squallidissimo, lui e il proprietario), l'Happy, rue Jean Jaurès, che mi è sembrato simpatico, e la Maison (mi han detto che no, è abbastanza triste). Luogo di ritrovo, anche per scambisti, sono i giardini Kennedy, vicino alla stazione (le fonti sono attendibili).
- gli unici due luoghi rimasti intatti dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale : la rue de Saint-Malo, dopo il ponte di Recouvrance, e il lavatoio poco distante. Suggestivi e, soprattutto, sconosciuti ai più. Se potete, visitate l'inaccessibile plateau des Capucins e fatevi spiegare dov'era situato il bagno penale per cui Brest, anticamente, era rinomata. Quasi tutta la zona portuale è di proprietà della Marina che, col contagocce, la sta cedendo allo Stato.
- da Recouvrance cercate di arrivare, a piedi, alla route de la corniche (girate alla prima a sinistra dopo il ponte, poi, alla fine della via, a destra fino a un baretto squallido). Questra strada costeggia una buona parte del porto commerciale e dei cantieri navali, per arrivare al porticciolo di Sainte Anne; continuando a camminare sulla costa ci si imbatte in calette di ciottoli e acqua azzurrissima. Questo sentiero fa parte della strada che i monaci di Saint Mathieu percorrevano per andare in pellegrinaggio a Santiago de Compostela (i pannelli lungo il sentiero portano il simbolo della capasanta). Siamo sempre a una mezzora, a piedi, da Brest! Una volta, io ed E. vedemmo pure un sottomarino ("Guarda, un sottomarino!", "Seeeee")
Chiudo qui. Si vede che amo Brest????
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