Questa volta tocca ai prof universitari. Dopo Il nano da giardino, di cui ho parlato poco fa, ecco una breve descrizione di quegli sventurati del mio Master:
Il mago pancione. Esimio prof di italiano prossimo alla pensione, ha deciso di aderire alla corrente modaiola finto clochard: da due mesi ha sempre lo stesso maglione verde di lana bucherellato dalle termiti, un paio di pantaloni maculati nei punti strategici, una camicia multicolore che non si abbottona completamente e lascia intravedere l'orrida panza da nono mese di gestazione, più uno simpatico zainetto da turista tedesco col quale si balocca in giro per la città. Celibe, senza figli, è sempre da solo. Non gode di vita propria. Intravisto un sabato sera mentre mangiava da solo al ristorante. Week-end andato in vacca causa angoscia da "oddio un giorno anch'io potrei essere cosi'". Pessimo prof, urla come un dannato e sputacchia a vanvera, di preferenza sull'angelico visetto della studentessa italiana cagacazzi che fa domande infide da tipica studentessa italiana che ha crisi di vomito al solo sentir parlare di Manzoni.
Prozac. Donna prof sulla quarantina, look giuovane e dinamico alla "vorrei ma non posso", fascetta tra i capelli e scarpettine alla moda, non guarda mai negli occhi ma sempre a terra. Quando parlo con lei mi guardo anch'io i piedi, sia mai che una mattina son uscita in ciabatte e calzini spaiati...Ansiosa, depressa, angosciata, gode nel dar brutte notizie e si rattrista allorché tutto si risolve. Prossima alla crisi di nervi ed all'abuso di psicofarmaci. Sicuramente il marito ha frotte di amanti vogliose a destra e a manca. Consiglio del medico: una quindicina di Prozac a stomaco vuoto.
Pavarotto. Prof italiano di storia dell'opera, chiaramente omosessuale che non ha ancora preso coscienza della propria gaytudine, non guarda mai le gambe delle ragazze né le scollature. Belloccio, tenebroso e romano.
Carmencita. Prof spagnola che se la tira che tra un po'si spacca tutto, ama far sentire gli studenti come delle merde secche. Amica di tutti i pezzi grossi del mondo culturale nantese, farebbe meglio a parlare di meno e a insegnare di più. Tutti i suoi corsi iniziano immancabilmente con "io che qua", "io che là", "io che su e io che giù". Verrà purtroppo abbattuta da una luminaria da tre quintali e mezzo. Ay!
E ancora mancano La krukka dislessica, La puttana (italiana anche lei, dice sempre "devi essere più coinciso", le piacerebbe essere puttana ma, come dice il mio amico F., è veramente un dito ar culo), La pazza (come se gli altri prof fossero normali...) e gli altri simpatici amichetti. Ma ne parlero'un'altra volta.
Prima di riattaccare, giusto un ultimo rigurgito...mentre mi spostavo invano dal punto B al punto C durante le mie peregrinazioni pomeridiane, mi è venuto in mente un episodio del liceo...una volta vidi una mia compagna di classe, biondazza appartenente alla classe superborghese megastellare, con un anonimo maglione blu uguale al mio. "Hei, abbiam lo stesso maglione" dissi io ingenuamente, "l'hai preso da Benetton?. "Ah", rispose lei con un sorriso magnanimo e pietoso come se io fossi stata la piccola fiammiferaia, "il mio è di cashmire". Paf. Silenzio glaciale. Il mio era qualcosa tipo misto fintalana-vero pelo di ratto che lo metti due volte e poi si autodistrugge...
Dopo questa parentesi commovente me ne vo ai fornelli a prepararmi una cenetta che anche la piccola fiammiferaia nei suoi giorni peggiori rifiuterebbe sdegnata...
A dopo forse, se Harrison Ford non viene a rapirmi.
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