domenica, dicembre 18

Quelle quiche!

Anche per oggi ho fatto il mio dovere. Trovandomi a casa dedita al cazzeggio (L'Altro e suo fratello sono andati al noiosissimo Musée d'Orsay) e dovendo passare il tempo fino al tradizionale apertivo della domenica sera con il clan degli Italiani, mi sono buttata sulla cucina. Ebbene sì, con le mie manine sante ho preparato due (dico due) torte salate, compresa la pasta. Una torta ai broccoli e caprino, l'altra con zucchine, carote e porri. Oh yeah. Ora sì che mi sento una donna realizzata.

sabato, dicembre 17

Percorso a rischio

Stasera che sera. Dopo aver schivato la puntatona del venerdì di "Affari tuoi", dopo aver snobbato la finale lacrimevole della "Star Academy" (dove tutti piangevano e tutti abbracciavano tutti, tranne la vincitrice che se ne stava lì da sola come un tonno), dopo aver smangiuzzato ed aver svolazzato leggiadramente al di sopra di pozzanghere di vomito sparse qua e là per la rue de la roquette, sono finalmente riuscita a tornare a casa. Fiùùùùùù.

giovedì, dicembre 15

Italians do it better

Panico, nel tardo pomeriggio, in un movimentato ufficio di Boulogne. Per festeggiare la partenza del finlandese Gustav, che se ne torna in patria, è stata organizzata una festicciola con ricchi premi e cotillons. Patatine, salatini, bretzels, pasticcini, pastine, qualche bibita. Due loschi figuri non hanno smesso per un istante di ingozzarsi indegnamente: la sottoscritta ed il suo collega italiano. Incapaci di parlare, sempre con la bocca piena, scambiando qualche cenno del capo stile "quello è buono, assaggialo", han fatto fuori tutto il mangiabile, schivando i timidi tentativi di conversazione degli altrettanto timidi colleghi, sgomitando e non esitando a racattare le briciole.
E pensare che ero reduce da un pomeriggio passato a torcermi sulla sedia in preda ad atroci dolori di pancia, dopo aver mangiato delle buonissime lasagne al salmone e verdure (maledette, avrò la vostra pelle!) che evidentemente proprio non volevano passare.

Per rincuorare gli animi, ecco una foto appena presa dal balcone dell'appartamento: la decorazione di Natale della ringhiera dei miei vicini. Bee Gees e lo Stecco proprio non hanno badato a spese, quest'anno.


mercoledì, dicembre 14

Missione impossibile?

La mia prossima missione? Fare qualche foto per loro. Non in treno (anche se dopo la metà dicembre la mia agenda prevede un Parigi-Padova ed un Parigi-Brest, entrambi andata e ritorno) ma nella metro. Ancora più diffcile, quindi.

Alla prossima (se ne esco viva)

domenica, dicembre 11

Facciamo il punto

Sabato sera/notte con Jean-Marie davanti alla Tour Eiffel tutta lampeggiante, ghiacciati come merluzzi e incapaci di fare un metro in più, il ritorno in taxi ed i vicini che han scopato come ricci (lei ha urlato per 25 minuti, ha detto l'Altro completamente sotto shock) alle 6.40 della mattina. Domenica mattina al Café de l'Industrie, atmosfera anni 30 quasi sotto casa, a Bastiglia, poi via alla Défense ad accompagnare il nostro ospite bretone al RER, pomeriggio nel salottino del clan dei siciliani davanti ad Ovosodo (com'è invecchiato!), aperitivo nel Marais assieme a gente mai vista prima (e io avevo deciso di non essere molto socievole) e bagel finale in atmosfera molto newyorkese.
Per finire, mi leggo qualche paginetta di Glamorama, sperando che abbia finito con le torture (sta diventando molto American Psyco).
'Notte.

lunedì, dicembre 5

Happy birthday Mr. Cetriolini per casa

Anche qui si respira aria di Natale e anche qui si festeggia: per omaggiare questo blog, che inaspettatamente arriva al primo anno di età, ecco una foto fresca fresca che farà rabbrividire anche i cuori più impavidi.

Ovvero: non guardate quelle babbucce!




Anche detta: non guardate quella tuta oscena che fa capolino......

sabato, dicembre 3

Letture metropolitane

Tutto l'amarcord del post precedente mi ha fatto dimenticare le novità. Nuovo lavoro, nuovi colleghi, nuove gatte da pelare, nuovi tragitti in metropolitana. Se a qualcuno interessasse sapere come va.
In questo periodo sto leggendo come non mai. Devo pur impedirmi di dormire durante i novanta minuti quotidiani di metropolitana. Stranamente, all'andata sono sveglissima e al ritorno mi abbiocco continuamente.

La lettura di Lunar Park di Bret Easton Ellis mi ha provocato qualche turbamento. Ho sognato che la protagonista del suo Figa minorenne, capolavoro che ahimé mai vedrà la luce, se la faceva con L'Altro. "E' solo un'amica", diceva lui con convinzione. Ma un'amica non si veste in canottierina e tanga per venire a casa tua e, soprattutto, non si mette a cavalcioni su di te sul divano, sotto i miei occhi. Prendendola un po'come un'offesa personale, cercavo di spaccarle la testa contro un muro; prima a lei e poi all'Altro. Senza risultati. Poi passavo agli schiaffoni. Poi mi sono svegliata.
Comunque il libro è avvincente; la prima parte è autobiografica e la seconda è più una fiction horror intimista, in cui Bret appare sposato (con un'attrice famosa, Jayne Dennis) e con prole.

Poi sono passata a I peggiori racconti dei fratelli Grim di Luis Sepulveda e Mario Delgado Aparain. Divertente, ironico e spiritoso. C'è da ridacchiare. Come resistere davanti a personaggi come la nana nera e pelosa, indomita rubacuori, il trapezista Juanito Weissmüller, il gaucho Carloto Heston, il motociclista Esteban Macquin, i postini Rosevel Aldao e Miguel Strogoff, i due fratelli cantastorie e violenti Abel e Cain Grim? L'inconveniente è dover spiegare ogni volta che no, non è un libro sui fratelli Grimm...

Altro che Miss France!

Eccomi, da brava teledipendente, davanti alla tv per seguire con trepidazione gli ultimi minuti dell'elezione di Miss France. Giusto perché sto aspettando, sullo stesso canale, CSI New York, mica per altro.
Ci siamo, Miss Languedoc è la nuova eletta. Niente da dire, bella ragazza bionda, un po'cavallona, peccato che sia pettinata come Pippi Calzelunghe e che sia vestita come Cenerentola al ballo delle debuttanti. Bel mix, eh? E poi quel mascara che cola indegnamente....Vabbé.
Ma è il momento dei ricordi. Anni addietro, quando ancora stavo a Brest, avevo l'abitudine di guardare l'elezione di Miss France a casa della mia amica Clélia, una pazza scatenata ora mamma felice. Il suo povero ragazzo-schiavo preparava una dose massiccia di tartiflette (leggerissimo piatto montanaro a base di formaggio, tanto formaggio, burro, tanto burro, patate e pancetta) e poi zac! ci inchiodavamo davanti alla tv per dispensare una buona dose di cattiverie gratuite contro queste poverette, costrette a sfilare in assurdi abiti tipici regionali (più una fugace apparizione in castigatissimo costume intero). Immancabilmente, la mia amica passava il giorno seguente a piangere, sentendosi brutta grassa ed inutile. Insomma, in questa casa freddissima sperduta in riva al mare, in un posto silenziosissimo, lontanto qualche chilometro dal primo centro abitato, io mi sentivo veramente bene (pianti a parte).
Adesso Clélia abita in una metropoli, ha un figlio, non rinuncerebbe per nulla al mondo alle comodità cittadine e si chiede come abbia mai fatto a sopravvivere in Bretagna tra i selvaggi.
E io mi sento un po' tradita.