lunedì, marzo 6

Un tranquillo sabato di paura / la fine

Tutto è cominciato verso le 19, mentre ero in metropolitana. La solita V. mi telefona, urlando "Oooooh! Ma non puoi portare qualche uomo? Dai, che qua siamo già ubriacheeeee!". "..." rispondo io, sempre più perplessa e con un'enorme voglia di andarmene lontano dalla serata Sanremo. Sì, conosco qualche uomo, ma dubito che voglia passare la serata con quattro ragazze di cui: due fidanzate, una single agguerritissima che se vede un uomo per vendetta gli stacca le palle a morsi ed un'altra single che non sa più a che santo votarsi.

In realtà la serata è poi andata bene. Gli ometti spauriti di cui nel post precedente hanno tutti dato disdetta (chissà perché...) e ci siamo quindi ritrovate noi quattro, da sole, con un'enorme quantità di cibo e vino. Io mi sono attaccata alla bottiglia (un ottimo "Entre deux mers"), trovando così il coraggio di cantare le canzoni di Eros Ramazzotti. E senza vergognarmene, per di più. Con quelle della Pausini ho avuto un po'più di problemi. Tra una critica alla Ilary ed un commento sulle non-tette della Victoria ("hi hi hi, ne ha meno di me"), fra un tiramisu casereccio ed un bicchierino di rosso (l'ennesimo), tra la canzone sui piccioni (questo almeno è quello che ho capito) e le altre che non hanno lasciato il segno, la serata è passata. Il colmo? Arrivata a casa verso l'una, ho subito messo su Rai 1 per conoscere il vincitore del Festival e cantare "Volare" assieme ad Eros e Laura. Cose che, fino a qualche tempo fa, non avrei fatto manco sotto tortura.

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