giovedì, marzo 2

Un tranquillo sabato di paura

La mia amica V., esponente di spicco dell'esimio clan dei siciliani di cui si parlava nel post precedente, fan dei film all'acqua di rose e della più becera tradizione italiana, ha preparato un programmino da spavento per questo sabato sera. Nell'ordine: casa sua, tutte ragazze, qualche ometto spaventato, buon cibo, tanto alcool e, ciliegina sulla torta, l'immortale e (im)marcescente serata conclusiva del Festival di Sanremo. Premetto che da quando sono in Francia (cinque anni e mezzo, a occhio e croce), non avendo mai captato la tv italiana, Sanremo non l'ho mai visto. E neanche mi è mai mancato. Ma come fare a dire di no a questa virago? Se rifiuto, come minimo mi esclude a vita dal clan. Cioè addio venerdì sera stravolti davanti a 'L'eredità' di Amadeus (a proposito: sono diventata una campionessa della Ghigliottina), addio aperitivi del giovedì sera, addio aperitivi della domenica tardo-pomeridiana...Magari se invento una scusa bella elaborata, di quelle del tipo "guarda, proprio non posso, mi è caduto un aereo sul terrazzo", in cui non me la cavo poi così male, forse ce la faccio ad evitare la tortura. Oppure affronto il male di faccia. Ahi.

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