giovedì, febbraio 3

Brest: modalità d'uso (parte prima)

L'incontro casuale con un ingegnere sardo, questa mattina, mi ha messo di buonumore, come succede sempre quando conosco un compatriota. Sapere, poi, che ha pure trascorso due giorni a Brest e che non è scappato a gambe levate dopo la prima mezz'ora me lo ha subito reso più simpatico. Abbiam cosi' scambiato quattro chiacchiere sulla città francese in cui ho vissuto per quattro anni e che ai miei occhi di povera psicolabile resta una delle più belle di Francia (questa affermazione, lo so, mi vale un ricovero coatto alla neuro). Siccome è raro che il turista medio capiti proprio sulla punta più estrema del Finistère, all'estremo nord-ovest della Francia, e ancor più raro che arrivi proprio a Brest (deve proprio volerlo, ma in maniera mooolto ma mooolto forte), ho deciso di stilare una piccola lista dei luoghi in/out della città. Ad uso di chi vuole andarci (io) e di chi magari già ci abita ma vuole sapere quali sono i posti gggiusti da frequentare (uhm temo che il numero sia inferiore a uno).

- il Café de la Plage (place Guérin): bar in puro stile francese, un po' scazzato e un po' alternativo, popolato da vecchiotti e fauna varia (compresa la pazza che balla da sola e senza musica, ex maestra depressiva imbottita di medicinali che l'han rovinata). Piacevole soprattutto d'estate, con i tavolinetti sul marciapiede da cui si domina la piazzetta. Consiglio dello chef: il kir cassis, o il classico sidro.

- la QV, Bar à vins: in fondo alla rue de Siam (si', quella di cui parla Prévert), ideale per gli aperitivi, con piano rialzato (le poltrone sono eccezionali, davvero morbidissime) e taverna. L'arredamento è moderno e caldo, la musica sempre azzeccata (Thievery Corporation, per esempio). Il proprietario è molto loquace e ama essere consultato sulla scelta dei vini, ma se lo si lascia parlare diventa un mulinello incomprensibile. Io prendo sempre un Entre-deux-mers, perché è l'unico vino bianco di cui mi ricordi il nome.

- dalla QV si possono ammirare, la sera, il ponte di Recouvrance illuminato di blu e le luci del porto. Giro consigliato: usciti dalla QV girate a sinistra, passate davanti al castello e arrivate ai bastioni. Fermatevi e contemplate. Il mio posto preferito in assoluto, magico e aperto sull'Oceano, da cui si dominano il porto commerciale e la rada di Brest.

- il Valentin, ristorante minuscolo in una viuzza altrettanto piccola a St. Martin. Specializzato in piatti del sud-ovest della Francia, i prezzi sono abbordabili. Io prendo sempre carpaccio di salmone, magret d'anatra con verdure e gelato al torroncino con coulis di lamponi. Ovviamente il tutto è accompagnato da pane su cui vanno spalmati strati generosi di burro salato. Delizioso, ma mette alla prova anche gli stomaci più allenati. Bisogna prenotare.

- mangio la pizza da Pizza Pietro. Ce ne sono due: Place de la Liberté e St. Martin, e io preferisco quest'ultima (perché ci lavorava un mio studente che mi metteva tripla dose di panna montata sul gelato...tentativo di corruzione? Beh, non so, ma ha funzionato). E' buona anche a La scala, nonostante la pizzeria si spacci sfacciatamente per italiana, di cui in realtà ha solo il nome.

- La galetière (rue Jean Jaurès) e la Crêperie moderne (rue Algésiras) sono le mie creperie preferite. La prima merita un punto in più per la decorazione marinara, mentre nella seconda si possono incontrare a mezzogiorno i prof. della facoltà di Lettere e Scienze Umane, che è a un tiro di schioppo.

- il kebab migliore lo fanno alla Citadelle, rue Danton (bisogna chiederlo in galette, una specie di crêpe leggerissima, e, per favore, senza patatine fritte). Cercate di sedervi all'unico tavolino disponibile, perché in tal caso il proprietario vi offrirà del buonissimo the alla menta.

- per un bicchiere dopo cena: il Comix (St. Martin), regno dei fumetti, Les voisins e, nella stessa via ma più in basso, il Dubliners (ambiente rigorosamente irish e, francamente, irritante). Al Blind Piper (rue de Siam) l'anno scorso c'era un barista fighetto e piercingato che se la tirava un casino. E' anche il bar dei marinai che sbarcano a Brest (non è simpatico rendersi conto di essere due ragazze italiane circondate da quindici energumeni che dichiarano di odiare l'Italia).

- da evitare: l'Arizona, pseudo-locale notturno/discoteca squallido e sporco popolato in gran parte da gente squallida e sporca che o si struscia tipo seconda pelle mentre si sta ballando, o improvvisa spogliarelli integrali sul palco. In più è piccolo e fa un caldo becco.

(continua)

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