domenica, febbraio 6

Le correzioni

Venerdi' sera ho ricevuto un'email di N., la mia amica tedesca, una delle prime (e più care) persone conosciute a Brest, quattro anni e mezzo fa. Mi chiedeva di correggerle una lettera di motivazione da presentare per fare uno stage in Africa. Cinque pagine fitte fitte che mi han portato via qualche ora buona del mio prezioso week-end. Nulla da dire sull'ortografia, giusto qualche errore dovuto alla distrazione. Ma quanto alla forma...da mettersi le mani nei capelli! Frasi di dieci righe ciascuna in cui la nostra, con salto mortale a triplo avvitamento, cambia soggetto quattro volte (senza neanche un punto o una pausetta, per capirci) o fa ardite costruzioni col verbo alla fine. Sia.
E io di quelle cinque pagine non ho capito veramente niente. Ogni dieci minuti un vistoso calo della concentrazione mi obbligava a sgranchirmi le gambe, pulire la cucina (chi mi conosce sa che quando son nervosa tiro a lucido la casa) e guardare nervosamente l'orologio per vedere se era l'ora di CSI (essi, qui lo mandano in replica la domenica pomeriggio; per gli inediti della quarta serie si deve aspettare il mercoledi' in quarta serata). L'unica cosa sicura, che deduco dal fatto che N. studia geografia, è che lo stage riguarderebbe l'educazione ambientale (l'educazione ambientalista, avrebbe detto la Demente, lontana ex-collega padovana). Embé. Cio'non mi ha impedito di correggere il correggibile, rispedirle il file via email e farle i complimenti per la lettera, con frasi tipo "guarda, se fossi io a dover decidere ti darei lo stage subbbito perché si vede che sei competente e appassionata"...

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