sabato, gennaio 29

Cip & Ciop dettano legge

Che fare un sabato sera polare quando nessuno ti cerca per uscire o anche solo fare quattro chiacchiere? Quando il panorama televisivo è desolante? Quando devo ancora aspettare due ore per vedere due vecchi episodi di "Law & Order: special victims unit"? Avevo programmato di andare al cinema a vedere Il castello errante di Howl, ma Cip & Ciop hanno appena telefonato per dire che no, al cinema si va domani perché stasera sono occupati. Soit. Cosi' son qui, davanti al computer, con una bella dose di tisana alla liquirizia e all'anice che probabilmente non mi farà dormire per una settimana.

Sabato scorso ho invitato a cena da me Cip & Ciop. Li ho chiamati mentre io e L'Altro eravamo al supermercato intenti a cercare gli ingredienti per una bella pasta broccoli e acciughe, facile e rapida.

G.: Ciao Cip & Ciop, vi va di venire a mangiare da me stasera?
C&C: Siiiiiiii' che bello!
G.: Venite verso le otto?
C&C: Ok! Ci fai gli gnocchi, vero, schiava???!!
G.: (guarda interdetta L'Altro) Ehmmmm...si'si' va bene, dai, faccio gli gnocchi. I signori desiderano altro?
C&C: Un tiramisu non sarebbe male, schiava.
G.: Come volete. A più tardi.

E cosi' mi son trovata a cucinare convulsamente per due ore. L'Altro ha fatto degli gnocchi veramente impeccabili, al sugo di pomodoro e tonno, e io un tiramisu che era un gioiellino (con i soliti problemi, come i savoiardi che finiscono improvvisamente e L'Altro che deve scendere di corsa dal casolino sotto casa o gli albumi che non montano). Cip & Ciop han mangiato (senza fare il bis, gli ingrati), bevuto , si son fregati un paio di cd e son partiti poco prima che usassi l'arma letale dello spazzolino. Ovvero: se gli ospiti non sono intenzionati a partire, sono le tre di notte e cadi dal sonno, sotto col piano A: comincia a lavarti i denti dicendo "no no, non voglio mica che partiate, per carità", sputacchiando in giro saliva mista a dentifricio. Il piano B, mettere il pigiama e sbadigliare vistosamente, è da applicare solo in situazioni estreme. Con O. ci sarebbe voluto un piano C, che devo ancora mettere a punto, visto che né spazzolino né pigiama sembravano inquietarlo. Per fortuna che, all'epoca (un paio d'anni fa), vivevo con L'Altro, che se ne prendeva cura (e che, a dire il vero, non è da meno di O.), e potevo andare tranquillamente a dormire senza dover fare la brava padrona di casa.

Ancora una serata tranquilla alla clinica, quindi. Per chi non lo sapesse, abito in una specie di clinica: il piano terra ed il primo piano sono occupati dagli ambulatori, e gli altri due piani ospitano una trentina di appartamenti di varie dimensioni che erano, in origine, stanze per i malati (le porte sono larghe per lasciar passare le sedie a rotelle). Passo la quasi totalità delle mie serate in questo ameno scenario degno di Shining o, più verosimilmente, di The Kingdom, tra vicini psicopatici, voci misteriose, gente che urla, lunghissimi corridoi e lampadine che non funzionano. Ma un vantaggio c'è: le finestre degli appartamenti sono enormi, due metri di lunghezza per uno e mezzo di altezza, e la luce quindi è all'ordine del giorno. Due sono le cose che non posso sopportare: gli appartamenti al pianterreno e le stanze buie, quelle in cui persino la mattina devi accendere la luce. E io abito al secondo ed ho sempre luce (beh, a partire dalle nove di mattina, visto che prima è ancora buio pesto). Due punti per la clinica!

Nessun commento:

Posta un commento